• on Settembre 5, 2019

Ponti “malati”, Pavia paga anche con il lavoro

Le gravi carenze di cui soffre il sistema delle infrastrutture della provincia di Pavia sono oggetto, da tempo, di un acceso dibattito tra politici e mondo dell’economia locale. A più riprese le associazioni imprenditoriali (in particolare la Confindustria) ricordano che nell’attuale situazione, con i ponti “malati” e la rete stradale disastrata, diventa molto difficile sostenere l’attività delle aziende esistenti e sperare che qualche impresa decida di trasferirsi nel nostro territorio. A un quadro di per sé già desolante si è aggiunto ora il grido di allarme lanciato da Cna Pavia, la più importante realtà associativa, in provincia, per l’artigianato e la piccola e media impresa. La disastrosa situazione della rete infrastrutturale ha mandato in crisi il settore dell’autotrasporto: negli ultimi 10 anni in provincia di Pavia hanno chiuso 220 imprese, il 20 per cento del totale, e si sono persi 610 posti di lavoro. Solo poco più del 30 per cento di questi lavoratori è riuscito a trovare una nuova occupazione. Nel 2008 le imprese dell’autotrasporto sul territorio provinciale erano 1.021, con 2.360 addetti; alla fine del 2018 sono scese a 802, con soli 1.750 addetti. Certo, in questa flessione ha inciso anche la crisi economica; ma lo stato pietoso in cui versano ponti e strade ha inferto un colpo durissimo. Sono numeri di fronte ai quali bisogna reagire. Per il nuovo Ponte della Becca sembrava che si fosse finalmente intrapresa la strada giusta: speriamo che con il cambio di governo non si blocchi l’iter di un’opera vitale per il futuro della nostra provincia.

(*) direttore “Il Ticino” (Pavia)